Come coinvolgere le famiglie dei ragazzi stranieri a scuola?

mercoledì 28 aprile 2021, quarto incontro della rete didattica e integrazione


La prima prassi evidenziata dalle insegnanti è un’abitudine importante.

Scrivere sul diario in stampato maiuscolo le comunicazioni per le famiglie e i compiti, così che tutti i genitori possano comprendere più facilmente l’italiano e seguire la scuola dei loro figli. Spesso, infatti, il non mettersi nei panni dell’altro che ci legge può indurre a conclusioni errate… “La famiglia non è coinvolta né interessata alla scuola dei propri figli”.

Ma siamo sicuri che chi legge oltre a capire il significato delle parole sul diario ne colga il senso? Su questo aspetto si è soffermata la dottoressa Marta Castiglioni, psicologa e psicoterapeuta etnoculturale, durante una formazione d’ambito svoltasi on-line il 29 aprile 2021.

Il senso di un messaggio ha a che fare con il cogliere il valore dell’azione da compiere espressa dallo scritto e può essere fonte di fraintendimenti culturali se, per esempio, riguarda una prassi non in uso nel paese d’origine, inoltre, se i genitori non sono scolarizzati in Italia, difficilmente saranno in grado di  sostenere i ragazzi nello studio richiesto dalla scuola italiana.

Rispetto al nuovo ingresso a scuola di un bambino straniero, l’I.C. di Volta Mantovana ha presentato al gruppo una prassi sperimentata che è risultata molto utile per evitare incomprensioni e fare emergere le aspettative dei genitori rispetto alla scuola italiana. L’istituto ha predisposto uno strumento costituito da una batteria di domande da sottoporre ai mediatori in fase di colloquio e accoglienza iniziale della famiglia. Una serie di domande che hanno l’obiettivo di chiarire alle famiglie aspetti pratici della vita scolastica italiana, ma anche favorire il confronto, perché chi è accolto ed entra in un nuovo sistema possa imparare a conoscerlo a partire dai propri quesiti e dalle differenze che coglie rispetto al sistema scolastico del paese d’origine.

 Per esempio, una famiglia cinese si affida totalmente alla scuola, perché in Cina l’agenzia educativa, non viene messa in discussione e la mancata partecipazione alla vita scolastica delle famiglie non è sempre segno di mancato coinvolgimento, bensì di fiducia e rispetto per la scuola. In questo caso per evitare fraintendimenti culturali, grazie ai mediatori, è utile far emergere la necessità di conoscere e aderire al nuovo sistema scolastico, che vede nella collaborazione e nel coinvolgimento delle famiglie un’occasione educativa importante per rendere protagonista lo studente.

Non in tutte le scuole è prevista l’accoglienza dei genitori al momento dell’iscrizione dei propri figli, né l’intervento del mediatore. In quest’anno scolastico 2020-21 in particolare, il gran numero di inserimenti in corso d’anno, le limitazioni per l’emergenza sanitaria o i continui cambi di dirigenza di alcuni istituti, hanno impedito il farsi prassi di alcuni strumenti utilizzati nel passato e che consentivano un contatto diretto e costante con le famiglie.

Tuttavia l’a.s. 2020-21 ha portato anche conseguenze positive come per esempio, l’aumento del numero dei progetti realizzati con il coinvolgimento delle famiglie.

Gli insegnanti hanno dovuto cimentarsi sempre di più con la tecnologia e avvalersene per la didattica, sperimentando nuove esperienze di partecipazione e condivisione con le famiglie.

Emblematico, il caso di Mantova 3 e del progetto dedicato alla lingua madre che dopo un lavoro in classe sulle parole, differenziato per ordine di scuola (i numeri, le filastrocche, le parole della gentilezza…) ha coinvolto le famiglie e ha chiesto di elaborare con i bambini e i ragazzi dei differenti plessi, piccoli video che rendessero protagonisti genitori e figli e la loro lingua madre, per valorizzare le diverse provenienze e la ricchezza della diversità della scuola italiana.

All’iniziativa hanno partecipato molte famiglie italiane e straniere, c’è stato chi ha parlato nella propria lingua del cuore liberamente, chi ha cantato, chi ha disegnato e mostrato alfabeti diversi da quello europeo, i contributi sono stati montati in un unico video e condivisi in streaming durante la giornata della lingua madre lo scorso 21 febbraio 2021.

Rendere protagoniste le famiglie ha un effetto diretto sui bambini, si sentono riconosciuti dalla scuola, custode di storie e vite.

La lingua madre è un valore aggiunto non importa se non la capisci, le parole, i gesti, le espressioni facciali mostrano emozioni e queste ultime possono essere trasmesse e comprese da tutti, ad ogni latitudine.

Accogliere la famiglia a scuola significa anche ammetterla nel sistema di rete della scuola, in questo senso l’I.C. di Borgo Virgilio, con 13 plessi al suo attivo, ha presentato il caso del doposcuola gestito dalla parrocchia, piuttosto che il cres estivo gestito dal Comune e del corso di italiano per mamme straniere gestito dal terzo settore in collaborazione con il Comune, un sistema di rete territoriale che si attiva all’accoglienza dei bambini stranieri a scuola e che permette di coinvolgere l’intero nucleo familiare nella comunità.

Al momento dell’accoglienza, infatti, la referente intercultura fissa un appuntamento con la famiglia e il bambino, mostra loro la scuola, i materiali che verranno richiesti e utilizzati e introduce tutti i servizi territoriali attivabili, per garantire un inserimento graduale nel sistema scolastico e favorire percorsi di cittadinanza attiva per l’intero nucleo familiare.

Tutti gli interventi dell’incontro della rete didattica e integrazione del 28 aprile concordano su un punto fondamentale:

Il contatto con la famiglia va curato e cercato con empatia senza arrendersi, con la famiglia la scuola sigla un patto di fiducia reciproca e si apre alla comunità.

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