5 marzo 2022
All’indomani dell’invasione dell’Ucraina da parte della Russia di Putin la Redazione interculturale si è riunita per una giornata di riflessione sulla guerra e su quanto sta accadendo nell’est Europa. La discussione è stata accesa e stimolante e ha portato ciascuno a voler esprimere la propria opinione. Non sono mancati i ricordi e i rimandi ad esperienze personali.
Attenzione: La discussione è riportata in italiano ma durante l’incontro c’è un continuo passaggio di lingue, soprattutto sulle cose più difficili da esprimere; per esempio Mary e Ahmad mescolano spesso l’italiano all’inglese, Diallow ha iniziato parlando in italiano per passare all’inglese e per finire parlando in wolof con Pap, Ahmad e Mandy parlano in hindi… anche questo significa intercultura!!
(essendo il potenziamento della lingua italiana uno degli obiettivi della nostra Redazione tutto ciò che viene detto in altra lingua viene poi tradotto e ripetuto in italiano)
Mary si informa e si tiene aggiornata prevalentemente attraverso Twitter. È da lì che la mattina del 24 febbraio è venuta a conoscenza dell’invasione del’Ucraina da parte russa, dopo giorni se non settimane di tensioni continue, e si è fatta subito un’opinione precisa: “La situazione non è stata gestita bene e purtroppo avrà conseguenze su tutti i Paesi. L’Ucraina non si deve arrendere e le altre nazioni dovrebbero fare qualcosa per fermare la Russia, le sanzioni economiche a mio parere non sono abbastanza, ci vuole qualcosa di più deciso“. E ricorda ciò che ha visto e vissuto anni fa una volta partita dalla Nigeria e giunta in Libia: “Anche in Libia c’è sempre la guerra. Ci sono stata per 3 mesi e visto molte persone morire“.
Souleymane parla ancora poco in italiano, non conosce altre lingue europee e purtroppo nessuno di noi è in grado di parlare la sua, l’haoussa, ma cerca di seguire la discussione con interesse. Riferisce di di aver sentito tramite la BBC (qualche parola di inglese la conosce) che è iniziata una guerra in Europa.
Ahmad viene dall’Afghanistan e sa benissimo cos’è la guerra. “Il mio Paese è in guerra da tanto, da quando sono nato, io l’ho vista con i miei occhi, l’ho vissuta, ci sono cresciuto. Adesso non c’è una vera e propria guerra ma la situazione è terribile“. E per quanto riguarda la guerra in Ucraina si dic molto preoccupato per il futuro: “Secondo me Putin sbaglia. Questi sono eventi che si ripercuoteranno in futuro; pensiamo anche all’economia: quanto ci vorrà per riprendersi? L‘Ucraina rischia una brutta fine anche da questo punto di vista, come l’Afghanistan. Prendiamo per esempio due Paesi come il Giappone e l’Afghanistan: in Giappone è da tanto che non c’è la guerra ed è molto sviluppato, l’Afghanistan è in guerra da tanti anni ed è in ginocchio sotto tutti i punti di vista“.
Anche Diallow, come Mary, è passato dalla Libia e lì ha avuto un contatto diretto con cosa significa la guerra: “Finchè ero in Gambia non lo sapevo ma poi sono passato in Libia per venire in Europa e in quel Paese ho visto e capito che la guerra non va bene. Ora guardo spesso i giornali, leggo e sento cosa succede. Quando c’è la guerra le persone ci rimettono sempre, perdono sempre“.