9 luglio 2022
Si sono da poco concluse le celebrazioni in occasione della Giornata mondiale del Rifugiato. Il calendario mantovano è stato ricco di eventi, da incontri di approfondimento, a spettacoli teatrali, a proiezioni di film e documentari. Oltre al Progetto Sai Enea Mantova, molte sono state le realtà locali coinvolte.
La nostra Redazione in particolare ha seguito con estremo interesse l’incontro Popoli, fughe, migrazioni, diritti. Analisi delle responsabilità e strumenti di giustizia, tenutosi sabato 25 giugno nella splendida cornice della Sala degli Stemmi di via Gandolfo 11.
Dopo il saluto istituzionale di Andrea Caprini, Assessore al Welfare, Terzo settore e Immigrazione, hanno aperto i lavori Marta Balasso, direttrice del Progetto Sai Enea Mantova, e Maria Bacchi di Onere della Conoscenza, introducendo i temi oggetto di riflessione e presentando i relatori, Maurizio Veglio di Associazione Studi Giuridici sull’Immigrazione e Gianni Tognoni del Tribunale Permanente dei Popoli.
Le migrazioni, le fughe, ci costringono a fare i conti con gli aspetti più negativi legati ad esse: violazioni dei diritti fondamentali e violenze contro le persone, troppo spesso perpetrate nei paesi di partenza, in quelli di passaggio e in quelli di arrivo, di fronte ad una generale indifferenza, che diventa talvolta condiscendenza.
Di chi sono le responsabilità? Del singolo che compie la violenza o di tutto il sistema entro la quale si genera, si sviluppa, si tollera, si legittima? Sistema nel quale, è bene ribadirlo, non rientrano solo i lager libici o i centri di detenzione polacchi, dove si consumano violazioni e violenze inenarrabili, ma anche noi che con le nostre tasse li finanziamo, per fermare l’invasione straniera tanto temuta, per salvaguardare il nostro territorio, per continuare a vivere la nostra comoda vita, salvo poi indignarci di fronte all’ennesima atroce testimonianza.
I paesi europei, l’occidente, hanno lottato e continuano a lottare per i propri diritti, e questo è sacrosanto. Eppure troppo spesso chiudono gli occhi di fronte a quanto accade in molte parti del mondo, dove i diritti umani vengono violati costantemente e in modo continuativo; chiudono la porta in faccia a persone che non vogliono altro che poter migliorare la propria vita, che auspicano condizioni economiche migliori e riconoscimento di diritti, che chiedono una possibilità di riscatto. Come se questi diritti, questi desideri, queste ambizioni non dovessero appartenere a tutti gli umani ma solo ad una parte fortunata di essi.
In tutto questo una Giustizia è possibile? Molte sono le istituzioni che se ne occupano a livello sovrannazionale e internazionale, che la perseguono a vario titolo, con ragioni d’essere e intenti diversi, spesso con dubbia efficacia, che cercano se non di raggiungerla quantomeno di avvicinarsi.
La Legge, il Diritto, sono fatti dall’uomo e sono quindi imperfetti per definizione, hanno molti limiti, devono sottostare a innumerevoli vincoli, non mettono mai tutti d’accordo, talvolta non sono neppure luoghi di garanzia e protezione; rimangono tuttavia il miglior strumento a nostra disposizione alternativo al conflitto, o meglio, alla guerra.
*Nella foto, da sinistra a destra, Maurizio Veglio, Gianni Tognoni, Maria Bacchi, Marta Balasso