La natura interculturale della comunità scolastica

L’incontro del 24 marzo 2021, terzo appuntamento della rete informale didattica e integrazione, verteva sul tema del coinvolgimento delle comunità straniere a scuola.

A partire da questa sollecitazione, Cecilia Pasotti, referente intercultura delle primarie dell’IC. MN 3 di Mantova fa presente che fino a qualche anno fa il Centro intercultura, della Provincia della nostra città, proponeva interventi e laboratori scolastici dedicati alle culture altre del territorio. Appuntamenti importanti che in questi due anni, complice anche, il momento storico di pandemia non si sono potuti realizzare facilmente.

La segue Maura Geraldine Protopapa, funzione intercultura per la secondaria di primo grado dello stesso Istituto, evidenzia che il primo incontro con le comunità a scuola avviene grazie ai colloqui con i genitori, dove c’è difficoltà a coinvolgere le famiglie straniere, forse dice:

“Mancano il raccordo di coordinamento e le risorse da investire in questo importante tassello di comunità”.

Maura condivide nel gruppo il desiderio che la scuola sia il luogo fisico in cui dare voce e lasciare spazio alla comunità tutta.

“Si potrebbe partire promuovendo uno spazio autogestito dalle famiglie, non solo straniere, uno spazio di socializzazione dei genitori per rispondere a bisogni reali delle famiglie”, un’idea concreta che è bello condividere in gruppo.

L’apporto delle insegnanti dell’infanzia e della primaria è fondamentale, in questo frangente, la loro forza è la possibilità di intessere relazioni di fiducia e di incontro costante con le famiglie. E’ così che emerge lo spaccato di una società territoriale con le sue fragilità.

Si affronta il tema della solitudine delle donne, acuita dal covid, della necessità di ricreare aggregazione e ascolto.

L’esperienza delle Scuole aperte di Mantova, è stata molto importante per tutto il territorio mantovano,  prima della pandemia venivano promossi corsi per il tempo libero , rivolti ai bambini della scuola e al pomeriggio i plessi degli istituti mantovani prendevano vita.

Anche Marianna Rossi dell’infanzia interviene entusiasta, crede nel grande valore della scuola come volano di comunità, “La scuola è un luogo di vita che va vissuto dai cittadini”.

Quello che è evidente nel leggere i giornali italiani di quest’ultimo anno e nell’ascoltare gli interventi degli aderenti alla rete didattica e integrazione è che, anche se le scuole non si sono mai fermate in epoca di lock-down, mantenendo la loro missione educativa, non hanno potuto svolgere come di consueto il ruolo fondamentale di connettori di comunità. Questo dato di fatto identifica una condizione di cui la comunità tutta si sente orfana.

Rita Rosa dell’I.C. di Castellucchio parla dell’esperienza della sua scuola di avere un rappresentante dei genitori indiano, molto stimato che ha permesso facilitare il rapporto con le famiglie straniere e questo ha avuto una ricaduta sul coinvolgimento e la motivazione dei bambini in classe. Inoltre racconta di come negli anni passati sono riusciti ha elaborare progetti inclusivi per le comunità nati dall’esigenza di aumentare la frequenza dei bimbi dell’infanzia che erano spesso assenti. Allora lavorarono sul tema del cibo, insieme su più ordini di scuola, le attività coese e di coinvolgimento delle famiglie portarono a un miglior coinvolgeimento delle famiglie che conoscendosi, acquisirono fiducia nella scuola e il problema delle assenze diminuì. Le famiglie percepiscono l’impegno  e danno fiducia, quando vedono che la scuola non li abbandona, ma li accoglie.

All”Ic di Goito, Lucia Gottardi, fa presente che l’esperienza dei Pon per l’inclusione sociale che hanno finanziato progetti di teatro, rugby  e ginnastica hanno dimostrato che se la scuola da l’opportunità di stringere legami forti tra i bambini, aumentano le occasioni di contatto con le famiglie e coesione sociale. Quando i gruppi famiglia sono più ampi e c’è un contesto di piccola comunità già in famiglia si è aperti al proprio interno, ci si basta da soli e in tale condizione non si sente il bisogno del contatto con la scuola come anello di congiunzione connettore di comunità. La scuola è perno di relazione, tanto più è alta la competenza linguistica in italiano L2 della famiglia d’origine.

Luisa di Padova dell’I.C. Castiglione 2, insegnante di sostegno e facilitatrice linguistica evidenzia che con i laboratori di lingua si sente di fare molto per il contatto fra comunità e scuola, la conquista della lingua ti permette di coltivare relazioni esclusive, di fiducia a partire dalle famiglie.

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