15 ottobre 2022
In queste settimane abbiamo affrontato temi legati all’inserimento culturale e sociale che coinvolgono persone, come i ragazzi della nostra Redazione, arrivate recentemente in Italia, che vivono e lavorano sul territorio mantovano. Ci ritorneremo in un prossimo editoriale quando avremo più o meno esaurito l‘argomento molto vasto.
Abbiamo notato che questo periodo post elezioni politiche ha fatto crescere sempre di più la preoccupazione per il futuro da parte di molti membri della Redazione. Preoccupazione che diventa paura verso le politiche che il nuovo governo di destra potrebbe adottare sul tema migrazione e diritto alla cittadinanza; e qualcuno si chiede se riuscirà mai a prenderla, la cittadinanza italiana.
L‘8 ottobre, per una fortunata coincidenza e grazie ad Alessia, la Redazione (con Mandy, Daria e Pap tutti e tre in presenza) ha incontrato alla fine della lezione una persona che, indipendentemente da tutte le preoccupazioni per quello che sarà, ha le idee molto chiare su quello che vuole fare ora.
Noguse sta infatti studiando con Alessia per sostenere l’esame di italiano B1 e prendere così la cittadinanza, “per sentirmi in Italia non solo fisicamente ma anche mentalmente”, dice.
Viene dall’Eritrea, è in Italia da 8 anni. Nel 2014 è sbarcato a Lampedusa e da lì è stato trasferito a Mantova dove è stato accolto presso il SAI Enea come rifugiato. Ora lavora a Montichiari come magazziniere.
Ci racconta di aver avuto tanto tempo fa un problema all’anca, che si trascinava dal passaggio in Libia; è andato in ospedale, ma lui parlava solo inglese e non si capiva con l’infermiera che insisteva perché lui parlasse in italiano e alla fine l’aveva mandato via senza curarlo. È ritornato in ospedale un altro giorno accompagnato da un interprete, in questo modo ha trovato ascolto e finalmente ha potuto iniziare le cure.
Da questo episodio ha capito di dover studiare la lingua italiana. E così ha fatto, per raggiungere prima il livello A2 e avere il permesso di soggiorno necessario per lavorare, e ora studia per la cittadinanza.
“Io credo che l’integrazione con le persone che vivono in un posto sia fondamentale; per integrarsi prima di tutto serve imparare la lingua e quindi andare a scuola. Io sono qui da solo e, nonostante la tentazione fosse forte, ho sempre cercato nel tempo di non stare sempre con i miei connazionali, perchè credo sia importante stare anche con altre persone, che vengono da altri luoghi o che sono originarie del posto in cui mi trovo”. E conclude: “Fate, studiate, andate a scuola finchè potete, imparate la lingua perchè è fondamentale per tante cose: per essere indipendenti, prendere la patente, lavorare, che serve per vivere. Se nella vita non fai ci sei fisicamente ma è come se fossi già morto; mentre io voglio vivere, io cerco la vita”.